In un angolo tranquillo di Milano, avvolta dalla luce delicata e dal silenzio, si trova una casa che sembra respirare con calma e armonia. È lo spazio dove Serena, Lorenzo e i loro due bambini, Carolina e Giulio, hanno costruito un rifugio intimo, fatto di materiali naturali, colori soffusi e dettagli pensati con cura.
Abbiamo chiesto a Serena di raccontarci la sua casa, lo stile che ha voluto creare e le scelte che hanno trasformato un insieme di stanze in un luogo vivo e accogliente, capace di accompagnare ogni giorno della loro vita famigliare.
Table of Contents
ToggleParlaci un po’ della tua casa: come descriveresti lo stile e l’atmosfera che hai voluto creare?
Quello che ho voluto creare è un ambiente che trasmette serenità, equilibrio e che invita alla lentezza.
Ho cercato di fondere l’essenzialità del Japandi con la poesia degli oggetti vissuti, inserendo mobili vintage, dettagli in ottone antico e materiali come il legno chiaro e la graniglia.
Le linee sono pulite ma mai fredde, bilanciate da arredi d’epoca italiani anni ’50 con piedini affusolati, accanto a mobili contemporanei più minimal.
L’atmosfera è morbida, luminosa e pacata, fatta di toni polverosi e texture naturali che trasmettono calma. Ho scelto colori tenui e naturali che dialogano con materiali come legno, graniglia e ceramiche artigianali.
C’è una stanza della casa che vivi di più rispetto alle altre? Come hai reso questo spazio unico?
Lo studio è senza dubbio lo spazio che vivo di più, e forse anche quello che sento più mio. È una stanza luminosa e silenziosa, che affaccia su un panorama inaspettato: da una parte vedo le torri di City Life, con il loro profilo moderno, e dall’altra tanto verde, alberi alti, e scorci che a tratti ricordano certi paesaggi lacustri.
C’è una strana bellezza in questa zona di Milano, perché non è chiusa dal cemento, respira, lascia spazio allo sguardo.
È una stanza che mi riconnette ogni giorno, come se mi ricordasse che anche in città si può sentire il silenzio.
Raccontaci un ricordo o un’abitudine legata alla casa: c’è un momento della giornata che ami vivere di più rispetto ad altri grazie al comfort del tuo ambiente?
C’è un momento della giornata che amo, la cosiddetta golden hour.
Quando la luce del tardo pomeriggio entra nello studio creando una patina dorata sulle superfici, il parquet si infiamma di riflessi caldi, e l’aria sembra rallentare.
Di solito ne approfitto per prepararmi una tisana profumata, sedermi sulla poltrona accanto alla finestra o stendere il tappetino per una breve pratica di yoga quando possibile.
La cameretta di Carolina è uno spazio speciale: come l’hai immaginata e cosa era importante per te nel progettarla?
Volevo che fosse una stanza in cui si potesse sentire al sicuro, ma anche libera di esplorare. Ho cercato di creare un ambiente che fosse accogliente, luminoso, ma non eccessivamente “infantile” – qualcosa che potesse accompagnarla negli anni, senza dover essere stravolto. I materiali sono naturali, i colori morbidi e ogni elemento ha una sua funzione ma anche una storia. È uno spazio pensato a misura sua, ma con una coerenza sottile con il resto della casa.


Anche la scelta delle tende racconta questa visione: una è in tinta unita, l’altra ha un motivo floreale di Liberty. Cosa ti ha guidato in questa combinazione?
In questa stanza ho voluto mettere in dialogo due toni diversi, come due linguaggi che si incontrano. La tenda Etta Oliva ha una presenza più sobria e avvolgente, mentre la tenda Liberty Frutto Proibito Gioiello introduce un elemento narrativo, quasi fiabesco.
Non volevo un effetto perfettamente simmetrico, ma piuttosto una bellezza fatta di piccoli contrasti: qualcosa che stimoli la fantasia, che lasci spazio allo sguardo e alla crescita. È una combinazione che, anche con il passare del tempo, continuerà a parlare a modo suo.
Quali caratteristiche cercavi nelle tue tende da interno: estetica, funzionalità, materiali particolari?
Volevo tende che accompagnassero la luce con delicatezza, senza spegnerla.
Alcune le ho scelte in lino lavato, leggermente stropicciato, altre in cotone più spesso e pesante ma sempre dal tono neutro caldo che si fonde con le pareti color burro.
Mi piace che abbiano una funzione filtrante ma che mantengano un aspetto etereo, quasi sospeso.
Allo stesso tempo, per me è fondamentale che siano pratiche da rimuovere e lavare facilmente: amo profumarle spesso, mantenerle fresche, e evitare che assorbano gli odori della casa.
C’è un colore o una texture che preferisci per le tue tende? Perchè?
Il verde tenue o più marcato come anche il bianco panna sono le mie prime scelte: evocano la natura e si sposano bene con il legno, il marmo e le mie piante. La texture deve essere materica ma leggera, come il lino grezzo o il cotone fiammato, che dona movimento senza appesantire.
Come ti organizzi quando scegli nuovi complementi d’arredo? Ti affidi al tuo istinto o segui una pianificazione precisa?
È un equilibrio tra intuito e intenzione. Lascio spazio al colpo di fulmine ma lo integro sempre con una visione d’insieme. Tengo una palette mentale di colori e materiali che amo: legno naturale, vetro, ottone, e toni morbidi che vanno dal beige ai colori della natura.
Secondo te, quanto contano i dettagli – come le tende su misura – per trasformare una casa in un luogo davvero personale?
Moltissimo. I dettagli sono l’anima di una casa. Le tende su misura, con la loro caduta perfetta e la scelta consapevole del tessuto, trasformano lo spazio da anonimo a intimo. Ogni piccolo elemento, se scelto con cura, contribuisce a creare quell’armonia sottile che si percepisce anche a occhi chiusi.
Se dovessi dare un consiglio a chi sta arredando casa, cosa suggeriresti per scegliere componenti d’arredo?
Il mio consiglio è quello di partire dai materiali e dai colori che fanno sentire bene. Non seguire solo le mode: lascia che la casa cresca con te, un pezzo alla volta. Mescola vecchio e nuovo e abbi il coraggio di scegliere oggetti che raccontano una storia.
La casa di Serena, Lorenzo, Carolina e Giulio è il perfetto esempio di come l’interior design possa essere molto più di una semplice questione estetica: è un linguaggio intimo, un modo di vivere e sentire lo spazio. Attraverso una combinazione delicata di materiali naturali, tocchi vintage, colori pacati e scelte misurate, questa famiglia ha costruito un ambiente che riflette il loro ritmo, i loro valori e il desiderio di autenticità.
Ogni stanza racconta qualcosa di loro — dalle tende che accompagnano la luce senza dominarla, fino ai dettagli che parlano di memoria e futuro. Una casa che non cerca la perfezione, ma l’equilibrio tra funzione e poesia, tra il qui e ora e ciò che ancora deve arrivare.
E forse è proprio questo il messaggio che ci portiamo via: una casa non è mai solo un luogo fisico, ma un organismo vivo che cresce con chi la abita, che accoglie, protegge e ispira. Una casa vera, come questa.
Tuiss Italy